Sita nell‘Africa meridionale, la Namibia è una meta che ha tutte le carte in regola per far innamorare il turista con i suoi spazi illimitati, bellezze a perdita d’occhio che la rendono una delle realtà predilette del continente nero. Il suo fascino è sicuramente legato alla natura, un sapiente mix di paesaggi (quasi il 14% dei territori del Paese è zona protetta), tanto da meritare l’appellativo di “terra dei contrasti” per le sue molteplici dimensioni ambientali e culturali, un vero e proprio mosaico di lingue ed etnie là dove, ad alternarsi, l’aridità del deserto del Namib, il più antico della Terra, le dune color rosso fuoco di Sossusvlei o ancora pianure ondulate, altopiani, spettacolari formazioni geologiche, splendide riserve fino ad arrivare alle coste disabitate che si tuffano sull’Oceano Atlantico, un puzzle di colori ed emozioni in grado di lasciare il segno, nel cuore e nella memoria.
Questa destinazione è in grado di provocare il famoso “Mal d’Africa”: i suoi 300 giorni di sole all’anno non sono tutto, facendo un passo indietro nel tempo e tornando all’era preistorica, si scopre che proprio in Namibia, nella parte meridionale del Paese, nella località di Gibeon, giunsero le migliaia di frammenti del più grosso meteorite mai caduto sulla Terra la cui massa complessiva misurava oltre 20 tonnellate. I primi a scoprirne la presenza furono le popolazioni del Kalhari che sfruttarono questo materiale per creare punte di lance ed utensili; tutti possono ammirare tanto splendore facendo rotta a Windhoek, presso il Museo di Geologia.
Altra popolazione, altra storia quella della minoranza etnica degli Herero che, tra il 1904 ed il 1907, si ribellò alle autorità coloniali tedesche, un conflitto che si rivelò un vero e proprio genocidio tanto che, ogni ultima domenica d’agosto, l’intero popolo è solito commemorare i caduti delle Guerre Herero. Dalla storia alla natura il passo è breve: a destare curiosità la Welwitschia Mirabilis, una pianta, considerata anche un fossile vivente, tipica delle zone desertiche del Kalahari e del Namib scoperta nel 1859 dal botanico austriaco Friedrich Welwitsch, una specie la cui unicità e l’eccezionale longevità: può infatti vivere fino a 2.000 anni. Chi è invece affascinato dal mondo animale, la Namibia vanta il primato della comunità allo stato brado più numerosa di ghepardi, con una media di 2500 mammiferi. Che dire dei pipistrelli, qui si trovano alcune specie endemiche ed esclusive del luogo nella grotta di Arnehm, situata a circa 125 chilometri da Windhoek, il più grande complesso sotterraneo della Namibia, lungo 4,5 chilometri. Parlando di profondità, a 60 metri sottoterra, in quel di Hariseb, si trova il più grande lago sotterraneo del mondo dall’evocativo nome di “Respiro del Drago”.