BEDONIA
Principalmente si tratta di una località di villeggiatura collinare ai piedi del monte Pelpi (m 1480), con buona ricettività e attrezzature sportive. Il piccolo centro storico, con le sue case dai colori chiari e luminosi, tipiche dei borghi della vicina Liguria, è dominato dal suggestivo Santuario della Madonna di San Marco. L’edificio, dalla grande cupola argentata, ospita al suo interno la Pinacoteca Parmigiani, il Museo di Storia Naturale, il Museo di Archeologia ed il Planetario.
Da Vedere: Santuario della Madonna di San Marco e complesso del seminario con osservatorio astronomico
Il primo nucleo dell’edificio fu la chiesa fatta costruire verso la fine del Seicento in onore del santo patrono. Dove oggi sorge l’odierna basilica c’era già una cappella dedicata alla Madonna, detta Cappella del Pozzo. L’antico Santuario è costituito dalla chiesa a navata unica, attorno alla quale correva su tre lati un porticato, oggi visibile solo in facciata. La zona dell’altare conserva tratti del coro ligneo e la nicchia ove era posta la statua della Madonna della Cintura o Madonna della Consolazione, la Madonna che apparve a Santa Monica Madre di Sant’Agostino.
Affiancato al santuario, troviamo oggi il complesso del seminario: già nella prima metà del XIX secolo sorgeva a Bedonia una Scuola Cattolica che raccoglieva alunni dalla Val Taro, dalla Val Ceno, dalle Diocesi di Parma, Pontremoli, Bobbio e Chiavari. La fama della scuola richiamò molti chierici e da qui la necessità di un edificio consono. Il seminario rimase in attività fino al 1980.
L’Istituto era punto d’incontro e formazione per giovani e le diverse età, centro di coordinamento per la pastorale della zona, luogo d’accoglienza per gruppi e singoli, luogo di incontri culturali.
Il Nuovo Santuario è punto di riferimento devozionale per le popolazioni della montagna ed è meta di pellegrinaggi. Nel 2000 è stato dichiarato Chiesa Giubilare (luogo in cui si può ottenere l’indulgenza plenaria durante l’Anno Santo).
Il complesso del Seminario include anche: Museo Cardinal Casaroli, Centro audiovisivi San Marco, Centro di documentazione sull’emigrazione, Quadreria Parmigiani, Opera omnia di Romeo Musa, Museo di storia naturale Mons. Ferrari, Museo archeologico, Biblioteca Antica e Moderna, Mostra permanente della Devozione popolare e il Parco.
Oltre a queste strutture troviamo anche un Planetario con annesso laboratorio per alunni della scuola primaria e secondaria, nonché un Osservatorio astronomico. E’ senza dubbio sorprendente trovare all’interno del seminario di Bedonia anche un planetario. Adatto a ospitare gruppi di una cinquantina di persone per volta, modernamente attrezzato e annesso è allestito un laboratorio con materiale didattico. Il planetario è stato realizzato grazie alla collaborazione fra Comunità Montana Taro Ceno, Distretto Scolastico e Seminario, consentendo lo studio della volta celeste e del movimento della luna, del sole e dei pianeti.
BUSSETO
Caratteristica cittadina al centro della Bassa Parmense, Busseto è ricca di storia e tradizioni: fu sede della signoria dei Pallavicino e nel XIX secolo ospitò la giovinezza del Maestro Giuseppe Verdi. Di interesse turistico sono Piazza Verdi, col monumento dedicato al musicista, la Rocca del 1250, all’interno della quale è visitabile il Teatro Verdi, Villa Pallavicino, nella quale è stato allestito il Museo nazionale dedicato al Maestro e Casa Barezzi, dove sono conservati numerosi cimeli e pezzi originali.
Da vedere: Teatro verdi
Il teatro Verdi è ubicato nella rocca, già castello dei Pallavicino. In origine era già presente un teatro, edificato a metà Ottocento, dove Verdi si esibì in gioventù dirigendo una sinfonia per il Barbiere di Siviglia di Rossini. Al Teatro si accede attraversando il portico e salendo poi lo scalone, ornato da un busto verdiano. Le decorazioni qui presenti competono ai parmensi Giuseppe Baisi e Alessandro Malpeli, mentre i medaglioni nel soffitto sono opera del bussetano Isacco Gioacchino Levi.
Il Teatro, che era dotato fin dall’origine di ogni più funzionale struttura, è stato recentemente restaurato. La sua capienza è di 300 persone.
Museo nazionale Giuseppe Verdi
il Museo Nazionale Giuseppe Verdi ha inaugurato il 10 ottobre 2009 in occasione del 196° anniversario della nascita del Maestro, all’interno della splendida Villa Pallavicino. Un percorso storico ripercorre le 27 opere del maestro attraverso le scenografie originali di Casa Ricordi, i tessuti pregiati dell’800, i costumi ed i figurini dei protagonisti, le musiche immortali in un’atmosfera di luci teatrali che trasmettono emozioni uniche al visitatore e lo accompagnano lungo tutto il percorso. Il salone della musica, il giardino di Verdi, le tecnologie multimediali e il bookshop completano il più importante museo dedicato al genio di Giuseppe Verdi.
COLLECCHIO
Situato in una zona tra collina e pianura, circondato da dolci colline, Collecchio è una tappa significativa della Via Romea. La sua storia risale all’epoca medievale, passa per il Romanico lasciando testimone la Pieve di San Prospero, attraverso il portale monumentale sopra l’accesso al parco della Villa Paveri Fontana, della fine del XVII secolo. Il territorio comunale è circondato da due parchi regionali storici: il Parco fluviale del Taro e il Parco dei Boschi di Carrega. Un’oasi verde sorge all’interno del centro abitato, il Parco Nevicati, arricchito da Villa Soragna, edificio del primo ‘800, centro culturale e sede della Biblioteca comunale. Ad Ozzano Taro, piccola frazione nelle vicinanze di Collecchio, ha sede il Museo Ettore Guatelli dedicato alla civiltà rurale e artigianale.
Da vedere: Museo del pomodoro
Non originario dell’Europa, è già da metà Ottocento che questa pianta d’oltreoceano trova proprio in provincia di Parma terreno fertile. Il museo si trova all’interno della Corte di Giarola, in un centro di trasformazione agroalimentare d’epoca medioevale, sede di un ‘industria di trasformazione per i primi sessant’anni del ‘900.
L’itinerario museale si divide in sette sezioni: parte con il racconto della storia, con l’arrivo del pomodoro in Europa nel ‘500 e la sua successiva diffusione nella cultura alimentare; la seconda sezione illustra lo sviluppo dell’industria di trasformazione nella realtà economica di Parma: dal prodotto secco alla conserva, dai concentrati alle passate, dai sughi pronti ai succhi da bere. La terza, mostra lo sviluppo delle tecnologie produttive e la quarta affronta la tematica del prodotto finito e degli imballaggi. La quinta sezione si dedica allo sviluppo dell’industria meccanica e la sesta racconta i protagonisti e i lavori in fabbrica. Chiude il percorso la cultura del Mondo del Pomodoro con pubblicità, citazioni, dipinti, sculture e ricette, fino ad arrivare al matrimonio con la pasta e la pizza.
FIDENZA
Sorta sulla Via francigena, città d’arte e cultura, Fidenza è il più grande centro della provincia dopo Parma. Il suo Duomo è uno dei capolavori dell’architettura romanico-padana. Oltre a quest’ultimo, luoghi di particolare interesse artistico e culturale sono: la Porta San Donnino, il Teatro Magnani, il Palazzo Comunale, la Chiesa di San Michele, la Chiesa della Vergine Madre, il Museo dei Fossili dello Stirone e il Museo del Risorgimento Luigi Musini nel Palazzo delle Orsoline
Da vedere: Duomo
ll Duomo di Fidenza è uno dei massimi esempi dell’architettura romanica padana. La cattedrale è dedicata a San Donnino, martire cristiano, ucciso in questa zona, le cui spoglie erano conservate in una precedente basilica paleocristiana, sostituita poi dalla cattedrale stessa. Grazie al culto del santo, la chiesa divenne tappa obbligatoria per i “Romei”, i pellegrini lungo la Via Francigena.
L’edificio deve il suo assetto attuale a tre fasi di sviluppo, tutte in epoca medievle: tra la fine del XI secolo e l’inizio del XII fu definita la struttura a tre navate; verso la fine del secolo XII la scuola di Benedetto Antelami realizzò la nuova facciata e la copertura a volte; infine negli ultimi anni del XIII secolo, venne ricostruita l’abside in forme gotiche e inserita, nella zona più alta, una struttura a costoloni. Solo le cappelle laterali furono aggiunte nel secolo XVI. Nella facciata a capanna, chiusa tra due torri gemelle e rimasta incompiuta, si aprono tre portali: opera della scuola antelamica è il portale mediano. Più antiche le sculture dei portali laterali. Una sorta di bassorilievo a “nastro” corre lungo la facciata come elemento di raccordo. Al campanile, si affianca la bella abside del tardo Duecento, ornata da rilievi romanici e ingentilita nel registro superiore da una loggia.
L’interno a tre navate con pilastri a fascio, è una struttura slanciata sovrastata da matronei a quadrifore in cui è rintracciabile l’influenza del Lanfranco, già architetto per la Cattedrale di Modena. Il presbiterio termina in un’abside semicircolare.
Nella cripta, a tre navate rialzate alla fine del ‘200, si può ammirare il gruppo della Madonna in trono col Bambino, opera scultorea di Benedetto Antelami. A sinistra un sarcofago romano risalente al II-III secolo nell’alto medioevo custodiva le spoglie di San Donnino, poi poste sotto l’altare.
Palazzo comunale
Si tratta di un severo edificio porticato che innalzato sul lato meridionale di Piazza Garibaldi, principale piazza della città.
Sebbene esistesse già nel 1191, la struttura attuale del palazzo risale al XIV secolo, quando fu costruita la facciata con merli e portico ad arcate ogivali. Devastato dalle milizie spagnole e francesi nel XVI secolo, fu restaurato con l’aggiunta delle ali e della torre. Nella seconda metà del XIX secolo venne rifatta la facciata in forme imitanti il gotico lombardo.
Chiesa di San Michele
Di notevole interesse storico-artistico, fu eretta intorno agli anni trenta del Cinquecento e presenta una struttura a croce greca, tipica del Rinascimento, che si ritiene abbia preso ispirazione dalle opere realizzate dal Bramante. La facciata, ristrutturata a fine Ottocento, è costituita dal portone principale e dai portali laterali, esempi di raffinatezza architettonica. Il campanile, di base quadrata, è abbellito dalle quattro bifore nella cella campanaria. Internamente la chiesa mostra un equilibrio sapiente tra vuoti e pieni che, nella parte centrale, culminano con la cupola ottagonale sostenuta da quattro delicate colonne. Di particolare pregio l’affresco trecentesco della Madonna in tronco col bambino. Non più aperta al culto dal 1944, attualmente viene utilizzata per mostre ed iniziative culturali organizzate dal centro culturale San Michele, e nel periodo del Natale, accoglie una mostra di presepi.
Museo del Risorgimento Luigi Musini
Collezione importante per la città di Fidenza in quanto custodisce la pregevole testimonianza di un periodo storico fondamentale della storia italiana. Gli spazi espositivi sono stati ricavati all’interno dell’ex Palazzo delle Orsoline, storico edificio fidentino. L’allestimento rivisita gli avvenimenti del territorio in un secolo e mezzo di storia seguendo un percorso che si sviluppa sia in maniera cronologica che tematica. La ricostruzione storica parte dal periodo napoleonico per arrivare alla Seconda Guerra Mondiale e, quindi, all’instaurarsi della Repubblica. Alcune vicende storiche, però, vengono approfondite in sezioni monografiche come avviene per il settore dedicato al compositore Giuseppe Verdi, quello sviluppato sull’arte musicale della città e la sala riservata a Luigi Musini. Interessante la documentazione e le testimonianze riportate: dell’epoca in cui regnava Napoleone a quella del governo di Maria Luigia, dell’epoca borbonica e del Risorgimento, agli anni della prima guerra mondiale, alla successiva epoca fascista e alla Resistenza. Fondamentale ricordare, però, che il soggetto centrale rimane il primo periodo risorgimentale e la preponderante figura di Giuseppe Garibaldi intorno alla quale ruotano tutti gli eventi e i protagonisti del tempo.
MAMIANO
Frazione di Traversetolo, si trova in pianura, nella zona che più di altre in provincia, vide lotte tremende al tempo dei Rossi, dei Terzi e dei Bravi. Le famiglie avevano nella zona due castelli, uno a Pariano e l’altro in località Castello, ma ad oggi le testimonianze rimaste, sono abbastanza scarse. Ormai il loro passato non emerge, se non dalle scarse testimonianze rimaste. Mamiano offre a chi lo raggiunge la ricca raccolta d’arte racchiusa nella Fondazione Magnani Rocca. Il museo, aperto al pubblico il 17 aprile 1990, vede esposte nelle sue sale opere d’arte antica, moderna e contemporanea ed inoltre mette a disposizione del visitatore lo stupendo parco che circonda la villa.
Da vedere: Fondazione Magnani Rocca
La sede museale è allestita all’interno della villa di Corte di Mamiano di Traversetolo: ospita la prestigiosa collezione di Luigi Magnani, che annovera, fra la altre, opere di Gentile da Fabriano, Filippo Lippi, Durer, Tiziano, Rubens, Van Dyck, Goya e, fra i contemporanei, Monet, Renoir, Cézanne, De Chirico, de Pisis, cinquanta opere di Morandi, Burri, oltre a importanti sculture di Canova, Bartolini e Manzù. Nella villa è stata lasciata il più possibile invariata la collocazione degli arredi per conservare la sua atmosfera di casa vissuta: troviamo straordinari mobili e oggetti di epoca Impero, fra i quali la vasca in malachite del Thomire, dono dello zar Alessandro I a Napoleone, e mobili di Jacob. La villa-museo è situata in un bellissimo e vasto parco secolare popolato di animali che rende la Fondazione meta estremamente piacevole per i visitatori. A disposizione degli ospiti un punto di ristoro dove sono disponibili anche i prodotti delle fattorie della Fondazione.
DAL 4 APRILE AL 13 SETTEMBRE 2015
Vedute di Francia nella villa dei capolavori – Renoir / Monet / Cézanne / Matisse / De Stael
Dal Musée d’Orsay di Parigi arriva l’opera di Renoir La Seine à Champrosay: è l’occasione per un inedito percorso sulla figura di Luigi Magnani appassionato collezionista anche di paesaggi. Lo splendido dipinto viene esposto in un rinnovato allestimento al primo piano della villa insieme a Falaises à Pourville di Monet, Paysage de Cagnes e Les poissons di Renoir, della collezione permanente della Fondazione. Nella stessa sale il pubblico può ammirare anche due opere di Matisse, tra cui Odalisque sur la terrasse, mai esposta in precedenza. Il percorso prosegue con cinque acquerelli e un olio su tela di Cézanne. L’esposizione si chiude con un omaggio a Nicolas De Stael con Vue des quais de Paris.
RONCOLE VERDI
Frazione del comune di Busseto, famosa per aver dato i natali al Maestro Giuseppe Verdi, conserva ancora intatta la casa dove nacque il maestro. Nella vicina Chiesa di San Michele (XVI – XVII secolo), dove il maestro fu battezzato, è visitabile l’organo sul quale Verdi si esercitava da bambino. Nel paese si trova anche la mostra antologica permanente Giovannino Guareschi
che raccoglie fotografie, scritti, disegni e filmati dello scrittore di Brescello, sepolto nel cimitero di Roncole.
Da vedere: Casa Natale di Giuseppe Verdi
L’itinerario nei luoghi verdiani non può che iniziare da qui, nel modesto edificio, adibito anche a posteria e taverna, dove il padre gestiva un’osteria con annessa bottega di generi vari e la madre faceva la filatrice. Quella di Verdi era una famiglia di piccoli proprietari e ancor oggi la vista delle stanze disadorne e prive di arredi non manca di commuovere i visitatori. Sulla facciata della casa una lapide del 1872 ricorda che i marchesi Pallavicino, che ne erano proprietari, vollero che rimanesse com’era allora; nel tempo altre lapidi commemorative e celebrative sono state apposte e tra esse è da ricordare quella voluta dai poveri di Roncole beneficiati dal Maestro. A breve sarà disponibile un nuovo percorso multimediale.
SALSOMAGGIORE TERME